Per rima si intende l’identità di suono tra due o più parole poste alla fine del verso. Fin dai tempi più antichi la poesia ha giocato molto con le rime per dare quasi una “matematicità” ai propri versi, e per poter in qualche modo esser meglio ricordati dai propri lettori.

Nel corso della storia sono stati sperimentati molti tipi di rime, dalla rima baciata alle più complesse, e le troverete tutte elencate in questo articolo.

  • Rima baciata

Quando due versi successivi rimano tra loro, presentando lo stesso suono e seguendo la regola: AA, BB, …

 

Questa terra è nuda

Questa donna è druda

Questo vento è forte

Questo sogno è morte

(G. Ungaretti, Canto beduino)

  • Rima alternata

Rimano i versi alterni seguendo la regola: ABAB, CDCD…

 

Forse perché della fatal quiete

Tu sei l’immago a me sì cara vieni

O sera! E quando ti corteggian liete

Le nubi estive e i zeffiri sereni

(U. Foscolo, Alla sera)

 

  • Rima chiusa (o incrociata)

Quando il primo verso rima con il quarto ed il secondo con il terzo, seguendo la regola: ABBA, CDDC…

 

Tanto gentile e tanto onesta pare

La donna mia quand’ella altrui saluta,

Ch’ogne lingua deven tremando muta,

E li occhi no l’ardiscon di guardare

(D. Alighieri, Tanto gentile e tanto onesta pare)

 

  • Rima incatenata

Quando il primo verso rima con il terzo, mentre il secondo rima con il primo ed il terzo del verso successivo (si usa con le terzine): ABA, BCB, CDC…

 

C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole,

Anzi d’antico: io vivo altrove, e sento

Che sono intorno nate le viole.

 

Son nate nella selva del convento

Dei cappuccini, tra le morte foglie

che al ceppo delle quercie agita il vènto.

(G. Pascoli, L’aquilone)

 

Rima interna (o rimalmezzo)

La rima cade a metà verso o all’interno del verso.

 

Odi greggi belar, muggire arménti;

gli altri augelli contènti, a gara insieme

per lo libero ciel fan mille giri

(G. Leopardi, Il passero solitario)

 

 

Rima equivoca

Si ha quando la rima è formata da parole di uguale suono ma di significato diverso.

 

Non vogliamo ricordare

Vino e grano, monte e piano,

La capanna, il focolare

Mamma, bimbi… Fate piano!

(G. Pascoli, L’or di notte)

 

 

Assonanza

Rima imperfetta nella quale le vocali sono uguali, ma le consonanti diverse. Può essere interna.

 

Carnevale vecchio e pazzo

S’è venduto il materasso

(G. D’Annunzio, Carnevale)

 

Consonanza

Rima imperfetta nella quale le consonanti sono uguali e le vocali diverse. Può essere interna.

 

Qual è quel cane ch’abbaiando agogna,

E si racqueta poi che ‘l pasto morde,

Ché solo a divorarlo intende e pugna

(D. Alighieri, Inferno, VI)

 

Versi sciolti

Quando in una poesia ci sono versi che non rimano tra di loro.

 

“Datti all’ippica” mi dissero,

Fu così che finii per cavalcare aquiloni.

(F. Di Gioia)

 

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