Tra le tante passioni che ho c’è quella della pittura, Salvador Dalì è uno dei miei miti, mi hanno sempre incuriosito le sue parole che sono un pò lo specchio della sua personalità e della sua arte.
Ogni mattina, al risveglio, provo un piacere supremo che scopro oggi per la prima volta: quello di essere Salvador Dalì, e stupito mi domando che cos’altro farà di prodigioso oggi questo Salvador Dalì. E ogni giorno, mi è più difficile capire come gli altri riescano a vivere senza essere né Gala né Salvador Dalì.
Visceralmente, mi ribello! Reclamo una vita nell’Aldilà con la persistenza della memoria!
Dalla mia più tenera età, ogni volta che mi si parlava della morte come di un evento inevitabile, ho sempre gridato alla menzogna. Mi dicevo che all’ultimo momento tutto si sarebbe risolto. Non sono cambiato. Se credessi alla mia morte, nel senso tradizionale del termine, ovvero alla putrefazione e al nulla, comincerei a tremare come una foglia, e l’angoscia m’impedirebbe di fare qualunque cosa. Non ci credo affatto.
Ci tengo a comportarmi con molta deferenza con i miei nemici. Più Le Corbusier è morto e più io sono vivo! È la sensazione del contrasto che attiva tutti gli altri miei riflessi. La più piccola delle sardine assume un gusto tutto particolare per il mio palato, se mentre la mangio penso a tutti i miei amici morti, preferibilmente fucilati o martirizzati.
Il metodo critico-paranoico: è Lydia e solo lei, perché possedeva al più alto livello l’esercizio della paranoia. Un giorno Picasso le ha prestato un libro. Quando l’ha finito, gliene ha prestato un secondo che non aveva assolutamente alcun legame con il primo. Un po’ di tempo dopo lei gli ha detto: «la seconda parte mi è piaciuta molto, grazie a quella ho capito la prima». Aveva sistematizzato il tutto.
Dalì è, in primo luogo e al contrario di Dio, intelligente. Dio è il creatore supremo, che ha inventato tutto. L’intelligenza è sempre il contrario della creazione. È per questo che sono un così misero pittore e un così misero artista sono troppo intelligente.
Adoro i miei nemici quando sono intelligenti tanto quanto detesto gli stupidi che mi difendono.
Così come in un viso umano non c’è che un solo naso, e non centinaia che spingono in tutte le direzioni, sul globo terrestre che questa rara cosa – risultato di circostanze miracolose e imponderabili – che il paesaggio esiste solo sulle rive del Mediterraneo e non altrove.
Sono fedelissimo ai miei amici, ma c’è sempre un motivo. Non provo emozioni per loro. Tutto ciò che è sentimento è strettamente canalizzato in mia moglie e tutto il resto degli esseri mi è assolutamente indifferente, ma agisco con loro con intelligenza e logica.
Mi porto sempre dietro un prezioso apparecchio con il quale realizzo la maggior parte dei miei dipinti. Somiglia più a un minuscolo e fragile apparecchio Tv a colori che a uno spaventoso, sgradevole e meccanico apparecchio fotografico. Ma la cosa più stupefacente è che è interamente molle! Sì, un OCCHIO!
« È vero che avete appena dipinto un ritratto di vostra moglie con queste costolette alla griglia in equilibrio sulle sue spalle?»
«Sì, esatto, ma le costolette non sono alla griglia. Sono crude».
«Perché?»
«Perché anche Gala è cruda».
«E perché le costolette con vostra moglie?»
«Amo le costolette e amo mia moglie, non vedo alcuna ragione per non dipingerle insieme».
Truculenta teoria tridimensionale: il tiraggio sensoriale teso dei tendini metanizzati dei testicoli, tono, trachea trasmessa tramite il totale trauma delle tenebre che si trasformano talvolta in torrenti tornasole torridi, traslucida trasfigurazione di un lavabo marca Roca, senza macchia, trionfante come l’imperatore Traiano, tantalizzante, terribile, tragica come la Rupe Tarpea, e il tutto tacitamente e trascendentalmente teatrale.
Il cielo non si trova ne in basso ne in alto, ne a destra ne a sinistra.
Il cielo si trova esattamente nel centro del petto dell’uomo che possiede la fede….
La sruttura profonda della mia personalità è sempre bicefala:sono bicefalo e doppio
L’arte è una macchina da guerra a servizio del desiderio nella sua lotta contro la supremazia del principio di realtà.
Tale è oggi il gusto del difetto che troviamo geniali solo le imperfezioni,e soprattutto la bruttezza.
Non appena una Venere somiglia a un rospo,gli pseudo-esteti contemporanei esclamano: “Forte: è umana!
Ogni pittore deve avere una sposa e un’amante.
Ma i tre devono vivere insieme nella più perfetta armonia.Vedete dunque che si tratta di un ménage à trois.Con la vostra legittima sposa dovete cominciare a convivere dall’età di dodici anni e, nel momento in cui lei avrà esattamente mille e trecento anni,si chiamerà la Pittura,le sue guance saranno fresche come una rosa,i suoi seni i più rotondi che vi sia mai stato dato di contemplare,e voi le darete,al massimo, trentasei anni.
Sappiate che non invecchierà mai.
Il disegno è la sincerità nell’arte. Non ci sono possibilità di imbrogliare. O è bello o è brutto.