E’ il libro di esordio di Niccolò Ammaniti, una raccolta di sei racconti, sembra un laboratorio di scrittura dove diversi stili, generi si interpongono tra di loro.
Un libro che è stato apprezzato da molti e disprezzato da altri, personalmente mi è piaciuto molto. Dopo i primi due racconti la mente mi ha portato al film Pulp Fiction, lo stile è proprio quello.
C’è un alternarsi di personaggi assurdi, grotteschi, a personaggi molto più reali.
Le vicessitudini e gli ambienti dei sei racconti non lasciano indifferenti, c’è la vita metropolitana della periferia romana e del gangster Albertino, la vita del gigolo Gaetano Cozzamara, arrivando persino al genere horror molto amato dall’autore.
Un libro che scorre velocemente, i racconti non annoiano quasi mai.
Consigliatissimo.
Bisogna scrivere sotto la pelle.
Bisogna che parole d’amore si fondano con i nervi,
che frasi luminose ci illuminino l’encefalo come fuochi d’artificio.