Dopo aver esaminato il tema della paternità in Il cacciatore di aquiloni del 2004 e della maternità in Mille splendidi soli nel 2007, Khaled Hosseini punta i riflettori sulla famiglia nel suo insieme. Nel suo terzo romanzo, il celebre medico e autore afgano esplora temi quali l’abbandono, il tradimento, l’amore gay, la violenza, la solitudine e il sacrificio attraverso una serie di storie multi-generazionali dove al centro c’è la famiglia: fratelli e sorelle, figli e genitori, cugini e zii, ma anche matrigne egoiste e domestici fedeli. Il romanzo pone l’attenzione su temi quali come si ama, come ci prendiamo cura degli altri e come le scelte che facciamo vadano a risuonare attraverso le generazioni ed esplora i molti modi in cui i membri delle famiglie alimentano, feriscono, tradiscono, onorano e si sacrificano l’uno per l’altro. Seguendo i personaggi e le ramificazioni delle loro vite, da Kabul a Parigi a San Francisco per l’isola greca di Tinos, la storia si espande gradualmente verso l’esterno, con un carattere ad ogni pagina sempre più emotivamente complesso e potente.