Scritto partito da uno degli esercizi presenti nel corso di scrittura creativa:
I gomiti puntati sul davanzale, osservo il piccolo mondo di periferia che si presenta ai miei occhi mentre gocce di pioggia punteggiano i vetri e si rincorrono fino a formare lunghe e sottili strisce d’acqua che si intrecciano e poi, lentamente, si trasformano in rigagnoli come tanti pensieri che si intersecano fiduciosi di prendere vita.
Il cielo si specchia nelle pozze del cortile proiettando bagliori e luci sfavillanti e, mentre indugia con soave maestria sull’asfalto, invoglia a riflessioni malinconicamente romantiche. Le case intorno sono avvolte dalla foschia che le rende ancora più asettiche e silenziose.
Un piccolo parco giochi mostra l’abbandono in cui si trovano un’altalena ed uno scivolo avvolti, inutilmente, da un telo trasparente ormai troppo fradicio d’acqua e dalle aspettative ormai deluse di bambini festosi.
Sulla destra, le fangose sponde del fiume accolgono i detriti sparpagliati dalle acque impetuose che portano stanchi rami sui quali alcuni uccellini, infreddoliti, si lasciano trasportare. Le gazze, sempre litigiose, si affrontano come cavalieri in un duello per contendersi i pochi insetti sopravvissuti al freddo.
Le ultime foglie rimaste incollate ai rami di un albero scheletrico, ondeggiano in una macabra danza nell’attesa di raggiungere le loro sorelle già al suolo, lucide di pianto. Qua e là si intravedono le luci intermittenti della città che presagiscono un’operosità di persone che rientrano dal lavoro col loro carico di gioie e affanni.
E, nel mentre di un sospiro nel quale penso alla primavera, al chiacchiericcio delle miriadi di uccelli che animano il cielo e che con i loro gorgheggi allietano e inteneriscono anche gli animi più induriti, vedo un pettirosso avvicinarsi cauto alla ciotola di briciole e indugiare sospettoso. Mi allontano dalla finestra per non spaventarlo e guardo da un’altra stanza verso l’orticello penosamente incolto.
Oltre la recinzione c’è un ambiente totalmente diverso infatti, in strutture frangivento e baracche, sono sistemati alcuni purosangue che, nei periodi di inattività, vengono attaccati ad una “giostra” ma che, a mio parere, non si divertono molto! Accanto, una casetta grigia e bassa, in fase di ristrutturazione, sembra invocare l’aiuto generoso di una mano pietosa per poter rivivere una seconda giovinezza.
Nel frattempo il cielo è tornato sgombro da nubi e fa ben sperare in un domani migliore, sotto tutti gli aspetti.