Perché amo Scrivere – Stefano Trenna

C’era Una Volta.

Poi arrivò Due Volte. Era indignata per via della posizione di primato di Una Volta.

Sempre all’inizio di ogni storia e Due Volte aveva deciso di cambiare le cose.

“Perché ci sei sempre tu all’inizio di tutte le storie?”

“Perché in un sol tocco io sintetizzo una storia.” Rispose Una Volta.

“Sei troppo categorica!” Due Volte quasi gridava.

“Pensaci bene Due Volte. Una storia accade una e una sola volta. Cioè Me.”

“Voglio farlo anch’io.” Disse Due Volte furente.

“Non l’hai mai fatto! E sappi che non è semplice sintetizzare il senso di una storia, di una vita, in una sola frase.” Un velo di presunta saggezza si insinuò nel tono di Una Volta.

“Potrà anche esser vero, ma io ho trovato una soluzione.”

“Ah” Rise Una Volta. “E come faresti, sentiamo.”

Scriverei una storia. Senza rinchiuderla in una sola volta.”

Una Volta restò muta. Vide spuntare qualcuno dietro la sua rivale.

Erano Tre Volte, Quattro Volte, Cinque Volte… C’era anche Mille Volte. C’erano tutti. Infinitamente tutti. E così, dopo che tutti furono riuniti sotto lo sguardo allibito di Una Volta, Due Volte poté cominciare a scrivere una storia. Una storia che racchiudesse al suo interno il senso di una vita, ma non limitandolo a una sola frase. Perché il senso di una storia, o di una vita, è sempre un’altra storia. Così cominciò in tono sarcastico…

C’era una volta…

Un bimbo di nome Dimmalo.

Il Guardiano lo osservava avvicinarsi al suo strano portale. Un portale fatto di tantissime porte, ovunque, a perdita d’occhio. Dimmalo sapeva bene cosa avrebbe dovuto fare.

Una scelta.

Con passo lento ma deciso si avvicinò al portale e osservò il Guardiano. Un tipo rugoso e con lo sguardo cattivo.

“Scegli una porta.” Disse ghignando il vecchio guardiano.

Dimmalo si avvicinò al portale. Le porte più alte erano accessibili camminando su scale invisibili, bastava solo volerle raggiungere.

Dimmalo scelse una porta, seguito dallo sguardo del Guardiano. La sua piccola mano si schiuse per afferrare il pomello. Le dita accarezzarono il metallo freddo e sul volto del guardiano si dipinse una smorfia disgustosa. Il bimbo non poteva vederlo.

Dimmalo attese prima di ruotare il pomello e quell’attimo fu un’eternità per il Guardiano.

Poi la sua mano iniziò lentamente a ruotare il meccanismo di apertura.

“Bravo.” Pensò il guardiano.

“Ti ho sentito!” Disse Dimmalo voltandosi, ma senza lasciare la presa con le dita.

Il Guardiano sgranò gli occhi sorpreso. La mano di Dimmalo si fermò nuovamente.

“Ormai devi aprirla.” Il Guardiano non riuscì a dissimulare la paura.

Dimmalo prese fiato e con calma rispose.

Perché aprirne una quando posso aprirle tutte?”

 

 

 

 

 

 

Due Volte smise di scrivere. La storia era finita e una domanda le fu fatta.

“Non capisco il senso, Una scelta deve farla!” Disse Una Volta.

“Ti sbagli.” Dissero in coro tutte le altre infinite Volte.

“Perché mi sbaglio?”

“Il mondo di Dimmalo è libero dalle scelte forzate.” Risposero nuovamente in coro.

“E che razza di mondo è?”

“È il mondo della scrittura.”

 

Stefano Trenna

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