Dalle leggende sul Girasole inventa una favola.

girasoleMiti e leggende sono una delle più grandi fonti d’ispirazione e un gran motore per la fantasia. Chissà quante cose noi diamo per realmente accadute sono frutto della fantasia di alcuni!

Tempo fa ho cominciato parlando della mitologia greca, oggi voglio condividere con voi un argomento molto diverso: le leggende dei Girasoli.

Perché i girasoli? perché sono quei fiori che impazzano di luce, che si inebriano di luce e chissà magari sia di buon auspicio perché il tempo ci lasci in pace.

Comincio con la leggenda appartenente alla popolazione degli Incas.

Si narra come il dio Sole, quando gli uomini non sapevano coltivare né cacciare e si nutrivano solo dei nemici uccisi in battaglia, decise di inviare sulla terra due dei suoi figli, per portare la civiltà.

Il figlio del Sole, Manco Capac, insieme alla sua sorella-sposa, Mama Oello Huaco, intrapresero il viaggio portando con sé l’immagine del padre, rappresentata in un fiore,il girasole, e un cuneo d’oro, decidendo di stabilire la nuova dimora nel luogo dove il cuneo si fosse piantato nella terra senza sforzo.

Trovarono il posto al centro di una fertile vallata in Perù, chiamata successivamente Cuzco, “ombelico” in lingua Inca, diventata in seguito la capitale dell’Impero.

BELLA e IL SUO SIGNORE.

In un  villaggio viveva una giovinetta che si chiamava Bella, e faceva onore al suo nome, poiché possedeva la bellezza di una mattina d’estate, ma anche la natura mutevole e pericolosa del fuoco; i suoi occhi luminosi non erano mai rivolti umilmente verso la terra: perché Bella era della razza dei servi, ma aveva nel cuore la fierezza dei padroni.

Quando giunse anche per lei il tempo dell’amore, venne dai parenti promessa in sposa al contadino di un villaggio vicino. Anche per il giovane era tempo di nozze, e così acconsentì di buon grado, rassegnato anche ad accettare, se non si fosse riusciti ad eluderla, la barbara usanza dei padroni. Contrastarla apertamente, del resto, era impossibile: significava condannarsi a morte.

Alla festa del fidanzamento, quando i due si incontrarono per la prima volta, gli occhi di lui caddero finalmente sulla giovane promessa sposa ed in petto prese ad ardergli una fiamma finora sconosciuta. Bella vide quella fiamma negli occhi dell’uomo che gli era stato promesso e scambiò quell’ardore per lo stesso orgoglio che animava lei, pronta alla morte, ma non al disonore.

Giunse infine il giorno delle nozze, che si sperava restassero segrete. Ma troppo bella era la sposa, troppa invidia avevano suscitato lei con la sua bellezza e lui per essere stato il prescelto. E la notizia di ciò giunse anche al loro Signore, ed il Signore arrivò non invitato alle nozze, curioso di vedere se era il caso di esigere ciò che la legge gli riconosceva come diritto.

Pronta a tutto, Bella levò gli occhi fieri verso quell’uomo che pretendeva di possederla e qualcosa, negli occhi chiari di lui, spalancati a leggerle sul viso quella sua bellezza di fuoco, per un attimo le fece sognare un mondo diverso, credere che esistessero anche per lei diverse possibilità…… Affascinato, il Signore si immobilizzò, tentato di rispettare quell’intatta bellezza. Per un attimo, persino il tempo parve arrestarsi, e le foglie degli alberi cessarono di stormire, e si quietò il cinguettio degli uccelli e tacquero gli abitanti del villaggio, stupiti, in attesa.

Ancora esitante, il Padrone volse intorno lo sguardo, e vide accanto a Bella, lo sposo che le era destinato, il contadino col capo chino, pronto alla rinuncia e al disonore. “Per essere di costui, puoi anche esserlo dopo che ti avrò preso” sogghignò, dimentico di quel suo breve istinto di nobiltà e trascinò con sé Bella in un vicino campo di girasoli per farla sua.

La fanciulla però riuscì ad impadronirsi del pugnale che l’uomo portava sempre con sé, e rapida come una lingua di fiamma lo diresse verso colui che voleva disonorarla.

Ucciderlo, e poi uccidersi, e andarsene per sempre, ma intatta. Questo Bella aveva nel cuore.

Eppure….quegli occhi chiari che per un interminabile momento l’avevano guardata come una donna, quella ardente, spavalda giovinezza di lui cui tanto prometteva la vita….lei invece, lei era comunque condannata: ad essere di quell’uomo, e poi di quell’altro, che ancora immobile, a capo chino, aspettava.

Così Bella, in un istante, decise, e deviò il corso della lama, e rapida se la conficcò nel cuore.

Bella cadde tra i grandi fiori, che si piegarono su di lei, nascondendola. Il Signore, sconvolto, spronò il suo cavallo, lontano da quel luogo di morte.

Si racconta che, ossessionato dai fieri occhi di lei, e dalla generosità che gli aveva risparmiato la vita, cominciasse a vagare per le sue terre, ovunque ordinando che venissero abbattuti i girasoli, sicché neppure un campo restasse a ricordargli l’episodio di cui ormai si vergognava. Si dice che egli vagasse per tutta la vita che gli rimase da vivere, spingendosi sempre più lontano, sempre distruggendo i grandi fiori che incontrava al suo passaggio.

Fu così che i grandi fiori del sole scomparvero dalle terre d’Europa, per ritornarvi poi provenendo dagli Stati Uniti d’America.

In luglio, la strada statale che da Parma conduce a Mantova, è un’unica, solare, bellissima distesa di questi fiori inondati di luce, a motivo di quella storia lontana condannati a piegare il capo nella direzione del sole, a ricordo della viltà degli abitanti del villaggio.

Sempre, però, tra la gran massa, per lo meno una coppia di girasoli si erge diritta nei campi, ed entrambi levano il capo superbo verso il cielo, a ricordo della triste storia di Bella e del Signore che non ebbe il coraggio di amarla.

image-girasoli

LA FAVOLA.

Però da ogni cosa abbiamo intorno, da ogni cosa vogliamo trasformare possiamo trarne una storia… una favola. Se poi il soggetto in questione è un fiore, un fiore che come caratteristica ha quella di volgersi dove splende il sole beh… le briglie alla fantasia si sciolgono da sole… L’esercizio di scrittura creativa consiste proprio nel creare una favola che abbia come tema il girasole. Non è finita qui, l’esercizio di scrittura richiede non solo un racconto ma che finisca con un dialogo tra il sole e il girasole che lo fissa e lo segue senza sosta. Può nascere di tutto, chissà magari ci saranno anche dei girasoli costretti a guardare il sole ma che ogni tanto lo implorano di porgergli degli occhiali da sole!

C’è chi intanto ha iniziato con una favola:

Un giorno, in un grande giardino in mezzo a tanti fiori colorati, era nato un fiore

davvero strano: brutto e storto.

Tutti gli altri fiori dicevano che era il più brutto fiore fra tutti e nessuno voleva stargli vicino.

Il povero fiore, triste e solo, soffriva, ma non si lamentava mai.

Trascorreva le sue giornate a guardare il sole nel cielo. Gli piaceva così tanto il

sole che, per cercare di avvicinarsi a lui, si era allungato molto.

Quando il sole si spostava, anche il fiore lo seguiva girando la sua corolla.

n giorno il sole si accorse di quel fiore solo e triste che lo guardava sempre,

ecise di conoscerlo e gli si avvicinò. Dopo aver ascoltato la triste storia del fiore,

il sole decise di aiutarlo e con i suoi raggi splendenti abbracciò il fiore, che si accese

subito di un bel giallo vivo e sembrava essere quasi d’oro.

Da quel giorno il fiore diventò il più alto e il più bel fiore fra tutti quelli del giardino.

Diventati amici, il sole decise che meritava un nome speciale e così da quel

giorno venne chiamato GIRASOLE.

 

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