Si parla di due libri e di due amori.
Un libro dentro l’altro.
Un amore dentro l’altro.
La penna di Orfeo, scrittore profondamente tormentato, dai sorrisi rari ma intensi, guida l’amore di Ruggero e Sofia, romantico e struggente. Poi arriva Aletè, che ha il tenero e difficile compito di prendere i tormenti di Orfeo e farne storie, prendere i suoi sospiri e modellarli in parole.
L’intreccio di vite e anime, reali e inventate, prende corpo in una Giannutri selvaggia e meravigliosa, che ubriaca di stelle, che incanta di colline e leggende.
Parla di anime che si trovano e si salvano. Di parole che diventano vita reale. Della forza smarrita nei giorni e nella strada. Dello scorprire che in realtà la forza c’è ancora, che ha solo preso la forma delle storie che si raccontano. Di un coraggio perduto e ritrovato, in se stessi, insieme.
È un libro che scivola piano, si adatta a quel che trova, prendendo la forma del lettore come un liquido fresco, tenero e audace.
…adesso che sto per avvicinare i tuoi palmi alle mia labbra, adesso che un attimo del tuo corpo per la prima volta sta toccando un attimo del mio corpo – adesso – tu – vivi.
Alice Cupini